Achille in Sciro, libretto, Vienna, van Ghelen, 1736

 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
  Portici della reggia corrispondenti al mare; navi poco lontane dalla riva.
 
 ULISSE ed ACHILLE in abito militare
 
 ULISSE
 Achille, or ti conosco. Oh quanta parte
 del maestoso tuo real sembiante
 defraudavan le vesti! Ecco il guerriero,
 ecco l'eroe. Ringiovanita al sole
885esce così la nuova serpe; e sembra
 mentre s'annoda e scioglie
 che altera sia delle cambiate spoglie.
 ACHILLE
 Sì; tua mercé, gran duce, io torno in vita,
 respiro alfin; ma qual da' lacci a pena
890disciolto prigionier, dubito ancora
 della mia libertà; l'ombre ho sugl'occhi
 del racchiuso soggiorno,
 mi sento il suon delle catene intorno.
 ULISSE
 (Ed Arcade non vien!) (Guardando intorno)
 ACHILLE
                                             Son queste, Ulisse,
895le navi tue?
 ULISSE
                         Sì; né superbe meno
 andran del peso lor che quella d'Argo
 già del suo non andò; compensa assai
 di tanti eroi lo stuolo
 e i tesori di Frisso Achille solo.
 ACHILLE
900Dunque che più si tarda?
 ULISSE
                                                 Olà nocchieri,
 appressatevi a terra. (E pur non miro
 Arcade ancora!) (Come sopra)
 ACHILLE
                                 Ah perché mai le sponde
 del nemico Scamandro
 queste non son. Come s'emendi Achille
905là si vedrà. Cancellerà l'indegne
 macchie del nome mio di questa fronte
 l'onorato sudor. Gli ozi di Sciro
 scuserà questa spada; e forse tanto
 occuperò la fama
910co' novelli trofei
 che parlar non potrà de' falli miei.
 ULISSE
 Oh sensi! Oh voci! Oh pentimento! Oh ardori
 degni d'Achille! E si volea di tanto
 fraudar la terra! E si sperò di Sciro
915nell'angusto recinto
 celar furto sì grande? O troppo ingiusta,
 troppo timida madre! E non previde
 che a celar tanto foco
 ogn'arte è vana, ogni ritegno è poco?
 
920   Del terreno nel concavo seno
 vasto incendio se bolle ristretto,
 a dispetto del carcere indegno,
 con più sdegno gran strada si fa.
 
    Fugge allora ma intanto che fugge
925crolla, abbatte, sovverte, distrugge
 piani e monti, foreste e città.
 
 ACHILLE
 Ecco i legni alla sponda.
 Ulisse io ti precedo. (S’incamina al mare)
 
 SCENA II
 
 ARCADE frettoloso e detti
 
 ULISSE
                                        Arcade, ah quanto
 tardi a venir!
 ARCADE
                            Partiam, signor, t'affretta,
930non ci arrestiam.
 ULISSE
                                  Che mai t'avvenne?
 ARCADE
                                                                        Andiamo.
 Tutto saprai.
 ULISSE
                           Ma con un cenno almeno...
 ARCADE
 Oh numi! Ebra d'amor, cieca di sdegno
 Deidamia ci siegue; io non potei
 più trattenerla e la prevenni. (Piano ad Ulisse)
 ULISSE
                                                        Ah questo
935fiero assalto s'eviti.
 ACHILLE
                                      Or che s'attende? (Tornando indietro impaziente)
 ULISSE
 Eccomi.
 ACHILLE
                  Sì turbato
 Arcade! Che recasti?
 ARCADE
 Nulla.
 ULISSE
               Partiam.
 ACHILLE
                                  Ma che vuol dir quel tanto (Ad Arcade)
 volgerti indietro e rimirar? Che temi?
940Parla.
 ULISSE
              (Oh stelle!)
 ARCADE
                                     Signor... Tremo... Potrebbe
 il re saper la nostra
 partenza inaspettata
 ed a forza impedirla.
 ACHILLE
                                         A forza? Io sono
 dunque suo prigionier; dunque pretende...
 ULISSE
945No; ma è saggio consiglio
 fuggir gl'inciampi... (Vuol prenderlo per mano)
 ACHILLE
                                        A me fuggir! (Scostandosi)
 ULISSE
                                                                  Tronchiamo
 le inutili dimore. Al mare al mare
 or che l'onde ha tranquille. (Lo prende per mano e seco s’incamina)
 
 SCENA III
 
 DEIDAMIA e detti
 
 DEIDAMIA
 Achille ah dove vai? Fermati Achille. (Achille si rivolge, vede Deidamia, s’arrestano entrambi guardandosi scambievolmente senza parlare)
 ULISSE
950(Or sì ch'io mi sgomento). (Avendo lasciato Achille)
 ARCADE
 (E la gloria e l'amore ecco a cimento).
 DEIDAMIA
 Barbaro! È dunque vero? (Con passione ma senza sdegno)
 Dunque lasciar mi vuoi?
 ULISSE
                                                (Se a lei rispondi (Piano ad Achille)
 sei vinto).
 ACHILLE
                      (Tacerò). (Ad Ulisse)
 DEIDAMIA
                                         Questa, o crudele,
955questa bella mercede
 serbavi a tanto amore! Alma sì atroce
 celò quel dolce aspetto! Andate adesso
 credule amanti, alle promesse altrui
 date pur fé. Quel traditor poc'anzi
960mi giurava costanza; in un momento
 tutto pose in obblio;
 parte, mi lascia e senza dirmi addio.
 ACHILLE
 Ah.
 ARCADE
          (Non resiste).
 DEIDAMIA
                                      E qual cagion ti rese
 mio nemico in un punto? Io che ti feci
965misera me? Di qual delitto è pena
 quest'odio tuo?
 ACHILLE
                               No, principessa...
 ULISSE
                                                                 Achille.
 ACHILLE
 Due soli accenti. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                  (Oimè!)
 ACHILLE
                                                    No, principessa
 non son qual tu mi chiami
 traditore o nemico. Eterna fede
970giurai; la serberò. Legge d'onore
 mi toglie a te; ma tornerò più degno
 de' cari affetti tuoi. S'io parto e taccio
 odio non è né sdegno
 ma timore e pietà. Pietà del tuo
975troppo vivo dolor, tema del mio
 valor poco sicuro; uno previdi,
 non mi fidai dell'altro. Io so che m'ami
 cara più di te stessa; io sento...
 ULISSE
                                                          Achille.
 ACHILLE
 Eccomi.
 ARCADE
                  (E pur non viene).
 ACHILLE
                                                      Io sento in petto...
 DEIDAMIA
980Non più, troppo, lo veggo,
 troppo trascorsi. Al grand'amor perdona
 i miei trasporti. È ver; sé stesso Achille
 deve alla Grecia, al mondo
 ed alle glorie sue. Va'; non pretendo
985d'interromperne il corso. Avrai seguaci
 gli affetti, i voti miei. Ma già ch'io deggio
 restar senza di te, sia meno atroce,
 sia men subito il colpo. Abbia la mia
 vacillante virtù tempo a raccorre
990le forze sue. Chiedo un sol giorno e poi
 vattene in pace. Ah non si niega a' rei
 tanto spazio a morir; temer degg'io
 ch'abbia a negarsi a me?
 ARCADE
                                                (Se un giorno ottiene
 tutto otterrà).
 DEIDAMIA
                            Pensi! Non parli! E fisse
995tieni le luci al suol?
 ACHILLE
                                      Che dici Ulisse? (Ad Ulisse quasi con timore)
 ULISSE
 Che signor di te stesso
 puoi partir, puoi restar, che a me non lice
 premer più questo suolo,
 che a venir ti risolva; o parto solo.
 ACHILLE
1000(Che angustia!)
 DEIDAMIA
                                E ben, rispondi.
 ACHILLE
                                                                Io resterei
 ma... udisti? (Accennandole Ulisse)
 ULISSE
                           E ben risolvi.
 ACHILLE
                                                      Io verrei teco
 ma... vedi. (Accennandogli Deidamia)
 DEIDAMIA
                        Eh già comprendo.
 Già di partir scegliesti;
 va' ingrato. Addio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                      Ferma Deidamia. (Seguendola)
 ULISSE
                                                                         Intendo.
1005Hai la dimora eletta;
 resta imbelle; io ti lascio. (Mostrando partire)
 ACHILLE
                                                 Ulisse aspetta.
 DEIDAMIA
 Che vuoi?
 ULISSE
                      Che brami?
 ACHILLE
                                              A compiacerti... (Oh stelle! (A Deidamia, poi da sé)
 È debbolezza). A seguitarti... (Oh numi (Ad Ulisse)
 è crudeltà). Sì la mia gloria esigge...
1010No l'amor mio non soffre... O gloria! O amore!
 ARCADE
 (È dubbio ancor chi vincerà quel core).
 DEIDAMIA
 E ben già che ti costa
 sì picciola pietà pena sì grande,
 più non la chiedo. Or da te voglio un dono
1015ch'è più degno di te. Parti; ma prima
 quel glorioso acciaro
 immergi in questo sen. L'opra pietosa
 giova ad entrambi. Ad avvezzarti Achille
 tu cominci alle stragi; io fuggo almeno
1020un più lungo morir. Tu lieto vai
 senza aver chi t'arresti; io son contenta
 che quella destra amata (Piange)
 arbitra di mia sorte
 se vita mi niegò, mi dia la morte.
 ARCADE
1025(Io cederei).
 DEIDAMIA
                          L'ultimo dono...
 ACHILLE
                                                         Ah taci;
 ah non pianger mia vita. Ulisse ormai
 l'opporsi è tirannia.
 ULISSE
                                       Lo veggo.
 ACHILLE
                                                           Alfine
 non chiede che un sol giorno. Un giorno solo
 ben puoi donarmi.
 ULISSE
                                     Oh questo no. Men vado
1030d'Achille a' duci argivi
 le glorie a raccontar. Da me sapranno
 qual nobile sudor le macchie indegne
 lavi del nome tuo. Quai scuse illustri
 fa degli ozi di Sciro
1035già la tua spada, e di qual serie augusta
 va per te di trofei la fama onusta.
 ACHILLE
 Ma valor non si perde...
 ULISSE
                                              E di valore
 più non parlar. Spoglia quell'armi; a Pirra
 non sarian che d'impaccio. Olà rendete
1040la gonna al nostro eroe; riposi ormai,
 che sotto l'elmo ha già sudato assai.
 ARCADE
 (Vuol destarlo e lo punge).
 ACHILLE
                                                   Io Pirra! Oh dei!
 La gonna a me! (Ad Ulisse)
 ULISSE
                                No; d'animo virile
 desti gran prova inver. Non sei capace
1045di vincere un affetto.
 ACHILLE
                                         Ah meglio impara
 a conoscere Achille. Andiam. (Risoluto)
 DEIDAMIA
                                                        Mi lasci?
 ACHILLE
 Sì.
 DEIDAMIA
         Come?
 ACHILLE
                         All'onor mio
 è funesto il restar; Deidamia, addio. (Achille parte risoluto ed ascende il ponte della nave, dove poi s’arresta, Ulisse ed Arcade il van seguendo, Deidamia rimane alcun tempo immobile)
 ARCADE
 (Sentì lo sprone).
 ULISSE
                                   (E pur non son sicuro).
 DEIDAMIA
1050Ah perfido! Ah spergiuro!
 Barbaro! Traditor! Parti? E son questi
 gli ultimi tuoi congedi! Ove s'intese
 tirannia più crudel. Va' scellerato,
 va' pur; fuggi da me; l'ira de' numi
1055non fuggirai. Se v'è giustizia in cielo,
 se v'è pietà, congiureranno a gara
 tutti, tutti a punirti. Ombra seguace
 presente ovunque sei
 vedrò le mie vendette. Io già le godo
1060immaginando; i fulmini ti veggo
 già balenar d'intorno... Ah no fermate
 vindici dei. Di tant'error se alcuno
 forza è che paghi il fio,
 risparmiate quel cor, ferite il mio.
1065S'egli un'alma ha sì fiera,
 s'ei non è più qual era, io son qual fui;
 per lui vivea, voglio morir per lui. (Isviene sopra un sasso)
 ACHILLE
 Lasciami. (Ad Ulisse)
 ULISSE
                      Dove corri?
 ACHILLE
 A Deidamia in aiuto.
 ULISSE
                                         Ah dunque...
 ACHILLE
                                                                   E speri
1070ch'io l'abbandoni in quello stato?
 ULISSE
                                                              È questa
 di valore una prova.
 ACHILLE
                                       Eh tu pretendi (Sdegnoso)
 prove di crudeltà non di valore.
 Scostati Ulisse. (Si fa strada con impeto e corre a Deidamia)
 ARCADE
                                (Ha trionfato amore).
 ACHILLE
 Principessa, ben mio, sentimi. Oh numi
1075l'infelice non ode. Apri le luci,
 guardami, è teco Achille.
 ULISSE
                                                Arcade il tempo
 di sperar più vittoria ora non parmi;
 cediamo il campo. Adopreremo altr'armi. (Parte con Arcade non veduto da Achille)
 
 SCENA IV
 
 ACHILLE, DEIDAMIA, poi NEARCO
 
 DEIDAMIA
 Oimè!
 ACHILLE
                Lode agli dei
1080comincia a respirar. No mia speranza,
 Achille non partì.
 DEIDAMIA
                                   Sei tu! M'inganno!
 Che vuoi?
 ACHILLE
                      Pace, cor mio.
 DEIDAMIA
                                                  Potesti ingrato
 negarmi un giorno solo; ed or...
 ACHILLE
                                                           Non fui
 io che m'opposi, eccoti il reo... Ma... Come!
1085Non veggo Ulisse! Ah mi lasciò.
 NEARCO
                                                           Se cerchi
 d'Ulisse ei corre al re; dal re ti vuole
 or che scoperto sei.
 DEIDAMIA
                                      Questa sventura (S’alza da sedere)
 sol mancava fra tante. Ecco palese
 al padre il nostro arcano.
 NEARCO
                                                Infin ad ora
1090nascosto non gli fu. Già Teagene
 cercò de' tuoi trasporti,
 ritrovò la cagione, al re sen corse
 ed ancora è con lui.
 DEIDAMIA
                                      Misera! Oh dei!
 Che fia di me? Se m'abbandoni Achille,
1095a chi ricorrerò?
 ACHILLE
                               Ch'io t'abbandoni
 in periglio sì grande? Ah no; sarebbe
 fra l'imprese d'Achille
 la prima una viltà. Vivi sicura;
 lascia pur di tua sorte a me la cura.
 
1100   Tornate sereni
 begli astri d'amore;
 la speme baleni
 fral vostro dolore;
 se mesti girate,
1105mi fate morir.
 
    Oh dio, lo sapete,
 voi soli al mio core,
 voi date e togliete
 la forza e l'ardir. (Parte)
 
 SCENA V
 
 DEIDAMIA e NEARCO
 
 DEIDAMIA
1110Nearco io tremo. Ah mi consola.
 NEARCO
                                                            E come
 consolarti poss'io, se son più oppresso,
 più confuso di te?
 DEIDAMIA
                                    Numi clementi
 se puri, se innocenti
 furon gli affetti miei, voi dissipate
1115questo nembo crudel. Voi gl'inspiraste,
 proteggeteli voi. Se colpa è amore,
 sì, lo confesso, errai;
 ma grande è la mia scusa; Achille amai.
 
    Chi può dir che rea son io
1120guard'in volto all'idol mio;
 e le scuse del mio core
 da quel volto intenderà.
 
    Da quel volto in cui ripose
 fausto il ciel, benigno amore
1125tante cifre luminose
 di valore e di beltà. (Parte)
 
 SCENA VI
 
 NEARCO solo
 
 NEARCO
 Di tue cure felici
 or va' Nearco, insuperbisci. A Teti
 di' che il feroce Achille
1130sapesti moderar. Vanta gli scaltri
 lusinghieri discorsi; ostenta i molli
 piacevoli consigli. Ecco perduti
 gli accorgimenti e l'arti. Il solo Ulisse
 tutto a scompor bastò. Qual astro infido
1135fu mai quel che lo scorse a questo lido.
 
    Cedo alla sorte
 gli allori estremi;
 non son più forte
 per contrastar.
 
1140   Nemico è il vento,
 l'onda è infedele;
 non ho più remi,
 non ho più vele
 e a suo talento
1145mi porta il mar. (Parte)
 
 SCENA VII
 
 Reggia.
 
 LICOMEDE, ACHILLE e TEAGENE, con numeroso corteggio
 
 ACHILLE
 Né di risposta ancora
 Licomede mi degna?
 TEAGENE
                                         È troppo ormai,
 gran re, lungo il silenzio. I prieghi miei,
 le richieste d'Achille
1150sodisfa alfin. Che ti sospende? È forse
 la fé che a me donasti? Ah non son io
 tanto incognito a me che oppormi ardisca
 a sì grande imeneo. So quanto il mondo
 debba quindi aspettar; veggo che in cielo
1155si preparò; tante vicende insieme
 con giro inaspettato
 non tesse mai senza mistero il fato.
 Che sdegnar ti potria? L'amor? Ma quando
 fu colpa in cor gentile
1160un innocente amor? L'inganno? È Teti
 la rea; già fu punita. Ella in tal guisa
 celare ad ogni ciglio
 il figlio volle e fe' palese il figlio.
 Oh come al nodo illustre
1165la terra esulterà, che mai non vide
 tanto valor, tanta bellezza e tante
 virtudi unir. Qual di tai sposi il cielo
 cura non prenderà, se ne deriva
 l'una e l'altro egualmente? E quai nipoti
1170attenderne dovrai, se tutti eroi
 furon gli avi d'Achille e gli avi tuoi.
 ACHILLE
 (Chi mai sperato avrebbe
 in Teagene il mio sostegno!)
 LICOMEDE
                                                      Achille,
 sì grande questo nome
1175suona nell'alma mia che usurpa il loco
 a tutt'altro pensier. Che dir poss'io
 dell'imeneo richiesto? Il generoso
 Teagene l'applaude; il ciel lo vuole;
 tu lo dimandi, io lo consento. Ammiro
1180sì strani eventi; e rispettoso in loro
 del consiglio immortal gli ordini adoro.
 ACHILLE
 Ah Licomede... Ah Teagene... Andate
 la mia sposa, il mio bene
 custodi ad affrettar. Principe, oh quanto
1185quanto ti deggio mai! Padre, signore
 come a sì caro dono
 grato potrò mostrarmi?
 LICOMEDE
                                              A Licomede
 l'esser padre a tal figlio è gran mercede.
 
    Or che mio figlio sei
1190sfido il destin nemico;
 sento degli anni miei
 il peso allegerir.
 
    Così chi a tronco antico
 florido ramo innesta
1195nella natia foresta
 lo vede rifiorir.
 
 SCENA ULTIMA
 
 ULISSE, poi DEIDAMIA. Indi tutti
 
 ACHILLE
 Ah vieni Ulisse; i miei felici eventi
 sapesti forse?
 ULISSE
                            Assai diversa cura
 qui mi conduce. Eccelso re, conviene
1200che deposto ogni velo alfin t'esponga
 della Grecia il voler. Sappi...
 LICOMEDE
                                                      Già tutto
 m'è noto a parte a parte. Alle richieste
 risponderò.
 ACHILLE
                         Mia cara sposa, alfine (Incontrandola)
 giungesti pur. Non tel diss'io? La sorte
1205non cambiò di sembianza?
 DEIDAMIA
                                                    a' piedi tuoi
 mio re, mio genitor... (Inginocchiandosi)
 LICOMEDE
                                           Sorgi. È soverchio (S’alza)
 ciò che dir mi vorresti. Io già de' fati
 tutto l'ordine intendo. Una gran lite
 compor bisogna, a me s'aspetta; udite.
1210Tutto del cor d'Achille
 l'impero ad usurpar pugnano a gara
 e la gloria e l'amor. Questo capace
 sol di teneri affetti e quella il vuole
 tutto sdegni guerrieri. Ingiusti entrambi
1215chiedon soverchio. E che sarebbe o Ulisse
 il nostro eroe, se respirasse ognora
 ira e furor? Qual diverrebbe o figlia
 se languir si vedesse
 sempre in cure d'amor? Dove lo chiama
1220la tromba eccitatrice
 vada, ma sposo tuo. Ti torni al fianco,
 ma cinto di trofei. Co' suoi riposi
 del sudor si ristori;
 e col sudore i suoi riposi onori.
 ACHILLE
1225Sposa, Ulisse, che dite?
 DEIDAMIA
                                             Alle paterne
 giuste leggi m'accheto.
 ULISSE
 Lieta il saggio decreto
 ammirerà la Grecia.
 ACHILLE
                                        Or non mi resta
 che desiar.
 LICOMEDE
                       Gl'illustri sposi unisca
1230il bramato da lor laccio tenace;
 e la gloria e l'amor tornino in pace.
 CORO
 
    Ecco felici amanti
 ecco Imeneo, già scende.
 Già la sua face accende,
1235spiega il purpureo vel.
 
    Ecco a recar sen viene
 le amabili catene
 a voi per man de' numi
 già fabbricate in ciel. (Mentre cantasi il coro che precede, scenderà dall’alto denso globo di nuvole che prima ingombrerà dilatandosi gran parte della reggia, e scoprirà poi agli spettatori il luminoso tempio della Gloria tutto adornato de’ simulacri di coloro ch’ella rese immortali, si vedranno in aria innanzi al tempio medesimo)
 
 LA GLORIA, AMORE ed IL TEMPO. Ed in sito men sollevato numerose schiere di loro seguaci
 
 GLORIA
1240E quale a me vi guida,
 rivali dei, nuova cagione? Amore
 che a sedurmi i seguaci
 sempre pensò, l'invido Tempo inteso
 ad oscurarmi ognor come in un punto
1245cambia costume e l'uno e l'altro amico
 orma in volto non ha dell'odio antico?
 TEMPO
 Non v'è più sdegno in cielo.
 AMORE
                                                     a' numi ancora
 questa lucida aurora
 messaggiera è di pace. Oggi dell'Istro
1250su la sponda real l'anime auguste
 di Teresa e Francesco
 stringe nodo immortale. Opra è d'Amore
 la fiamma lor; ma di sì bella fiamma
 deggio i principi a te. Bastar potea
1255quella sola a destarla onde son cinte
 maestosa beltà; ma trarla io volli
 da fonti più sublimi. Agli alti sposi
 le scambievoli esposi
 proprie glorie ed avite, e le comuni
1260vive brame d'onor. L'anime grandi
 si ammiraro a vicenda; e sé ciascuna
 nell'altra ravvisò. Le rese amanti
 tal somiglianza; indi in entrambe Amore
 fu cagione ed effetto, in quella guisa
1265che il moto ond'arde e splende
 face a face congiunta acquista e rende.
 Ah mentre il fuoco mio,
 se alimento ha da te, tanto prevale,
 tuo seguace son io, non tuo rivale.
 TEMPO
1270Né me, dea degli eroi,
 tuo nemico chiamar. Come oscurarti
 dopo un tale imeneo? Sui grandi esempi
 e di Carlo e d'Elisa i regi sposi
 formar sé stessi; or che gli accoppia il cielo
1275propagheran ne' figli
 le cesaree virtù. Qual ombra opporre
 a tanto lume? Ah non lo bramo. Altero
 son d'esser  vinto. a' secoli venturi
 dian nome i grandi eredi; io della loro
1280inestinguibil lode
 farò tesoro e ne sarò custode.
 GLORIA
 Giunse dunque una volta il dì felice
 di cui tanto nel cielo
 si ragionò? Che le speranze accoglie
1285di tanti regni? E che precorso arriva
 da tanti voti? Oh lieto dì! Corriamo
 amici dei della festiva reggia
 ad accrescer la pompa. Unir conviene
 a pro de' chiari sposi
1290tutte le nostre cure.
 AMORE
                                      Al nobil fuoco
 che in lor destai somministrar vogl'io
 sempre nuovo alimento.
 TEMPO
                                               Io de' lor anni
 lunghissimo e tranquillo
 il corso reggerò.
 AMORE
                                Per me d'eroi
1295il talamo reale
 sarà fecondo.
 TEMPO
                           Io serberò gli esempi
 degli atavi remoti
 ai più tardi nepoti.
 GLORIA
                                      Io fui di quelli,
 io di questi sarò compagna e duce;
1300tutti i lor nomi io vestirò di luce.
 LA GLORIA, AMORE, IL TEMPO A TRE
 
    Tutti venite o dei
 il nodo a celebrar,
 i dolci ad affrettar
 bramati istanti.
 
 PARTE DEL CORO
 
1305   Ecco felici amanti
 ecco Imeneo già scende;
 già la sua face accende;
 spiega il purpureo vel.
 
 TUTTI
 
    Ecco a recar sen viene
1310le amabili catene
 a voi per man de' numi
 già fabbricate in ciel.
 
 Siegue ballo d’eroi.
 
 FINE DELL’OPERA